Rassegna Vincitori Assoluti PREMIO MARCHIONNI 2024 – Claudio SAPIENZA Simone GERACI Massimo BALLARDIN

Milano , 24 febbraio 2925. La Galleria Archivio Lazzaro ospita dal 27 febbraio all’8 marzo l’esposizione delle opere dei vincitori assoluti del Premio Marchionni edizione 2024 . Ad esporre le proprie opere saranno Claudio Sapienza vincitore della sezione pittura, Simone Geraci e Massimo Ballardin, vincitori ex aequo sezione grafica . Questa mostra fa parte del pacchetto del 1° Premio vinto dagli artisti che comprende anche una somma in denaro come da regolamento. La mostra è frutto della partnership tra l’Archivio Lazzaro di Milano e il Museo Magmma di Villacidro (SU) in Sardegna; la collaborazione dura ormai da dieci anni , e nel tempo ha prodotto una serie di eventi , ultimo in ordine di tempo, la mostra al Convento dei Cappuccini di Quartu S.Elena di Walter Lazzaro dal titolo “ Walter Lazzaro – Io solo un numero – Disegni dal lager”.
Claudio Sapienza È nato nel 1981 a Catania, dove consegue la Maturità d’arte applicata e il Diploma in Pittura presso l’Accademia di BB. AA. Sin da questi anni si dedica ad una ricerca incentrata sulla relazione con la Natura, alimentata dallo studio di varie discipline e particolarmente ispirata dalla Land Art e dalla Cosmo Art.
Parallelamente intraprende l’attività espositiva in collettive e personali, la partecipazione a rasse- gne e concorsi con vari riconoscimenti, le prime pubblicazioni su riviste del settore.
Tra il 2004 e il 2005 frequenta la Facultad de Bellas Artes di Altea (Universitad M. Hérnandez de Elche, Alicante, Spagna), grazie alla borsa di studio del progetto Erasmus.
Nel 2007 si abilita all’insegnamento delle Discipline Pittoriche ed inizia la sua attività di docente nelle scuole secondarie di II grado della provincia di Brescia. Dal 2007 al 2015 è nominato Culto- re della materia Storia dell’Arte Contemporanea (cattedra della prof.ssa Giuseppina Radice), presso l’Accademia di BB. AA. di Catania.
Nel 2009 consegue il Diploma Accademico di II Livello in Arti visive e discipline dello spettacolo, presso la LABA (Libera Accademia di Belle Arti) di Brescia e nel 2011 la Laurea Magistrale in Arti Visive, presso l’Università di Bologna con una tesi da cui trae una pubblicazione scientifica sulla rivista www.psicoart.it.
Dal 2011 è in Toscana – a Empoli, Firenze e Arezzo – dove prosegue la sua attività artistica e di docenza e fonda l’associazione artistica L’Artificio.
Nel 2016 rientra a Catania come titolare di Discipline Grafiche e Pittoriche. Intensifica la sua ricerca artistica che accoglie le particolari suggestioni dell’ambiente naturale vulcanico isolano, rielaborandole con molteplici linguaggi in opere nate dal rapporto diretto con l’ambiente.
La ricerca artistica di Claudio Sapienza è fondata sulla relazione Uomo/Natura.
“Una dimensione di confine gli consente la rappresentazione di un mondo poetico i cui soggetti – foglie, sezioni d’albero, boschi, giardini, notturni, montagne, mare, vulcani – assumono valenze metaforiche e simboliche. […] Egli considera i segni della Natura un eloquente alfabeto universale che lo sollecita in una sperimentazione materica, espressiva e linguistica favorita sia da una formazione artistica sia da suggestioni che gli arrivano dal mondo filosofico, letterario e musicale. […] Le sue scelte sono, a mio parere, molto significative in quanto dettate dalla volontà di superare il limite dell’individualità, in vista di una coralità che prelude a una crescita più organica e ad un modo più completo di comprendere le cose, la Natura e la Vita stessa. Queste caratteristiche del suo vivere e del suo operare me lo fanno apprezzare anche come giovane collega che sceglie, generosamente, di condividere con i suoi studenti le sue conquiste personali frutto di studio, di fatica e di ricerca” (Giuseppina Radice).
Ha una notevole attività espositiva e la collaborazione con numerose gallerie, curatori ed organizzazioni tra cui: Access Art Studio di New York, Teelent (Italia) e MUSA International Art Space (Italia-Ucraina). La sua ultima mostra personale è Nature inside con DoBe Group e Shanghai-Florence Sino Italian Design Exchange Center. È vincitore di numerosi premi: Premio Marchionni 2024 (Sezione Pittura), Contest Synesthesia (Teelent, 2024), Premio Speciale Cà la Gironda del Premio Marchionni 2023 e 2024; contest Never Again (Teelent e Divulgarti, 2022); Premio Open Art Space (2016); Il segno (2018), a cura della rivista «Artapp». Finalista al Premio Gutenberg 2020; finalista del Premio YICCA 2020-2021 e del Premio Marchionni 2021; Menzione speciale al Teelent Contest per la XIII Florence Biennale e selezionato per The Gold List n. 6 (2021) – I migliori artisti contemporanei di oggi, Art Market Magazine; È stato invitato ad esporre le sue opere in molti importanti eventi, tra cui: MUSA Roma Art Expo (2024), MUSA Pavilon in occasione della 60^ Biennale di Venezia (2024), Firenze (2021 e 2023), Festival Anima Mundi a Venezia durante la 59. Biennale Arte 2022, Artexpo New York 2022, Tokyo Open Art Code 2022 – Mostra AJAC, Metropolitan Art Museum, Tokyo, Giappone, Saturarte 2021 a Genova.
Suoi testi e opere sono stati pubblicati in saggi, cataloghi e riviste di settore.
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“Massimo Ballardin, la sorpresa della vitalità della pittura, dello spazio della tradizione pittorica per eccellenza – la tela – vitalità della forma e del colore. Fiducia dell’artista nell’apparente semplicità del mezzo. Massimo Ballardin sa richiamarsi alla grande stagione del colorismo tonale veneto che traspare nettamente nelle sue opere dove la chiarità del colore rimane visibile sotto la sua apparente densità. L’anima di Ballardin è l’anima del pittore che con il colore si esprime e sa piegare la forma alle sue ragioni che in questo artista sono a mio avviso le ragioni vive del sentimento. Del sentimento, non del sentimentale. Allievo di Emilio Vedova ne ha in parte ereditato il gesto pittorico, quell’informale gestuale i cui richiami sempre si fanno sentire nella stesura decisa del colore. C’è in Ballardin quella che da subito ho chiamato “un’anima liquida” che lo avvicina a certe ricerche pittoriche formali del primo e secondo novecento di area veneta e non solo; le lontananze lagunari di Virgilio Guidi, “l’informale naturalistico di Alfredo Chighine” (Carluccio) con un certo sottolineato uso del bianco a separare le masse scure, tipico di Ballardin. L’uso del bianco, del rosso e del nero ricordano a rinforzo il preciso segno di appartenenza ad un’area culturale ben definita – quella dell’informale di area veneziana – ma dove la superficie della tela si divide nettamente in spazi vuoti e pieni a suggerire spazi abitati dall’uomo, sottolineati da segni geometrici visibili, linee di separazione nette con un nucleo residuale di collages materici che sembrano alludere ad uno spazio nuovo, un deciso passage o meglio una via di fuga.”
Testo di Antonella Brazzale
SIMONE GERACI
Orientata verso l’analisi dell’individuo, la mia ricerca indaga le derive dell’uomo, scruta attraverso l’accentramento delle figure le note psicologiche e introspettive dello stesso.
Figure androgine, terse e sognanti o ritratti il cui urlo muto prende forma attraverso il vuoto, vengono imbrigliate all’interno di paesaggi geometrici, volumi solidi che sovrastano e immobilizzano i protagonisti dell’opera.
Le figure rimangono inermi, come immerse in un’ambra primordiale.
Filtri e velature , oltre a ricoprire un ruolo compositivo ed estetico, diventano gabbie dai confini netti e decisi in cui l’individuo si ricolloca in un immutabile e a-temporale presente.
In una sorte di horror vacui le figure fronteggiano le tensioni generate dalle superfici finite da quelle non finite, nel caso delle opere su tela, queste ultime s’individuano nelle ampie e piatte campiture monocromatiche, nei lavori su ardesia invece è proprio quest’ultima , che genera un gioco di tensioni fatto da opposte specifiche fisiche, da un lato il finito ottenuto attraverso la pittura ad olio e dall’altra il nero opaco e profondo della pietra arenaria.
Vi è un continuo gioco di rimandi, teso a rimarcare l’importanza del rapporto duale e corale fra opera e fruitore; le ripartizioni e variazioni delle lacche usate, come le contraddizioni fisiche delle opere su ardesia, mirano a sottolineare il legame indissolubile fra le parti, necessario per far sì che un’opera d’arte possa definirsi tale.
Simone Geraci (Palermo, 1985) consegue la Laurea triennale in Pittura e il Diploma specialistico indirizzo Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Pittore e incisore, Simone Geraci collabora attivamente con gallerie nazionali e internazionali, numerose sue opere sono inserite in importanti collezioni private in Italia e all’estero.
Vive e lavora a Palermo