Albrecht Dürer – bulini e incisioni
Quartu Sant’Elena, 1° agosto 2023 –
L’evento sovvenzionato e patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Quartu Sant’Elena, ha ottentuo il Patrocinio Uffciale dell’Ambasciata della Repubbnlica Federale di Germania oltre al Patrocinio della Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna, della Città di Urbino e tra gli altri, dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e dell’Accademia Raffaello di Urbino .
La mostra “Albrecht Dürer – bulini e incisioni ” allestimenti Museo Magmma Villacidro, direzione artistica Walter Marchionni, consiste in quaranta tra incisioni e xilografie realizzate tra il 1496 e il 1526 dall’artista tedesco.
L’evento, realizzato con opere di altissimo pregio, vuole essere un tributo ad uno dei massimi artisti della storia dell’arte, ma anche l’occasione per riaprire un fertile dibattito sulla vitalità del linguaggio incisorio e della grafica che unisce plasticamente le due grandi culture europee, quella tedesca e quella italiana; memori, tra l’altro, dell’opera che meglio può rappresentare questo concetto “Italia e Germania” di Friedrich OVERBECK.
La mostra è inserita nel ciclo “I Grandi Incisori della storia dell’arte”. Una sinergia, iniziata con la mostra di Goya nel 2020/2021, e Piranesi nel 2022 .
Albrecht Dürer, considerato il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale, nasce il 21 maggio 1471 a Norimberga dove vive la maggior parte della sua vita. Dotato di talento artistico fin da giovane entra nella bottega del padre, un noto e stimato orefice di Norimberga per proseguire la tradizione artigianale familiare. In quel periodo Dürer conosce le tecniche di incisione sui metalli, che più avanti metterà a frutto nei suoi celebri lavori a bulino e acquaforte. Il padre gli trasmette anche l’amore per i grandi maestri fiamminghi. Più tardi intraprende anche dei viaggi di studio in Italia (1494-1495 e 1505-1506) e in Olanda (1520-1521) dove studiò la pittura di questi paesi. Fu pittore di corte degli imperatori Massimiliano I e Carlo V. Muore il 6 aprile 1528 a Norimberga.
In Albrecht Dürer confluiscono influenze provenienti dalla pittura fiamminga e da quella italiana, che furono a loro volta influenzate dalla sua straordinaria produzione. Attraverso l’umanesimo trova la strada verso una pittura realista e supera così definitivamente la pittura gotica che in Germania predominava fino alla fine del ‘400. All’inizio divenne famoso soprattutto come incisore, infatti portò l’arte dell’incisione a livelli mai raggiunti prima e lasciò circa 350 incisioni e xilografie. Queste tecniche permisero una diffusione molto ampia delle sue opere. Inoltre scrisse anche dei libri sulla teoria dell’arte e sulle proporzioni del corpo umano.
Nel corso della sua sterminata produzione artistica Dürer sviluppa soprattutto l’arte del ritratto e del autoritratto nei quali dimostra la capacità di un notevole approfondimento psicologico.
Nella pittura medievale il pittore era l’artigiano che doveva servire Dio come tutti gli altri, non aveva nessun ruolo emergente. L’opera d’arte non era espressione del genio, della bravura del pittore, era vista solo nella sua funzione di rendere più profonda la fede, di aumentare la devozione di dio. L’artista di solito non firmava la sua opera, e così spesso rimase sconosciuto fino ad oggi. Il Rinascimento rompe radicalmente con questa tradizione. L’artista comincia a riconoscersi come intellettuale che crea opere uniche e irrepetibili. Aumenta l’interesse per l’uomo e per la sua psicologia. Dürer dipinge molti autoritratti che dimostrano non solo il suo orgoglio artistico, ma anche un ruolo dell’artista nella società completamente cambiato. Ora l’artista è degno della massima stima, il suo genio non è più soltanto servitore di dio, ma ha un valore autonomo. E gli oggetti dell’arte non sono più soltanto Dio, i Santi e le scene bibliche, è l’artista stesso che diventa oggetto di auto-osservazione e di riflessione introspettiva. Con Dürer l’autoritratto conquistò un ruolo di primo piano nell’arte europeo.
In contemporanea alla mostra , sarà allestita una esposizione collaterale di 5 artisti selezionati dalle ultime due edizioni del Premio Internazionale Marchionni, .
Gli artisti sono: Fabio RIAUDO, Marco POMA, Laura FONSA, Simone GERACI, Giovanni DETTORI.. E’ un occasione per confrontarsi con gli autori del passato e riscoprire virtualmente l’ambiente magico di un’atelier dove il contemporaneo attinge dal passato per sublimare l’arte in tutti i suoi aspetti. In occasione della mostra verrà realizzato un catalogo.